Ana Cecilia Ponce Paredes nasce a Lima in Perù da una famiglia composta da 4 donne ed un uomo.
Sua mamma una donna molto colta, ha sempre portato i suoi figli in ambienti di arte e cultura. Sin da piccola Ana è sempre stata attratta dalla recitazione che una volta che ha terminato gli studi si iscrive all’Univesità Pontificia in Perù, con l’obiettivo di diventare regista. Prenderà scena a delle pubblicità televisive ed avrà alcune parti in film peruviani. In occasione si per un progetto campus extra universitario, Ana va in Ecuador e nel mentre lei si trovava all’estero, nel ritornare a casa, scopre che la compagnia aerea era fallita a causa di colpo di stato. Sua mamma a fronte di quello che stava accadendo nel Paese, la invitò a rimanere in Ecuador affinché le cose non si risolvessero, ovviamente Ana, era anche impossibilitata a raggiungere casa. Fu accolta dall’Università di Guayaquil, li ha trovato un modo per sostenersi rimanendoci per cinque anni. Poi si trasferisce nella capitale a Quito, dove dallo studio, passa ad avere un ruolo all’interno di una Facoltà universitaria d’arte più importanti dove occasionalmente molte persone anche straniere.
Lì trascorrerà cinque anni. Sarà a Quito che Ana, conoscerà l’uomo della sua vita.
Un uomo italiano che col suo ristorante e con la passione anche della buona cucina, s’è presto innamorata.
Tutto procede bene, sino a quando in Ecuador in conflitto col Perù sulla rivendicazione di territori in Amazzonia, tra il populino nasce un forte astio tra ecuadoriani e cittadini peruviani. Le scritte d’odio comparse sui muri di Quito creavano forte insicurezza spesso scortata dai suoi studenti e vista la situazione che peggiorava di giorno in giorno,decisero lei e suo marito di andar in Perù.
Ana, nonostante Lima fosse la sua città natale, non aveva più contatti se non qualche parente o famigliare, ma fu veramente difficile, riprendersi una vita propria tanto lei, quanto suo marito.
Nel 2003 decisero d lasciar il Perù per venire in Italia, lei credeva che essendo sposata con un italiano, ciò le avrebbe un po’ facilitato la vita, ma quando arrivò ospite dai suoi suoceri per un periodo, fu altrettanto difficile, quasi a vedersi azzerata di tutto e ripartire da -10.
Lei non si pianse addosso e si rimboccò le maniche, facendo lavori umili, facendo tanto volontariato, ma come dice lei, comunque gratificanti, poiché poco a poco riuscì a farsi spazio in questa società, insegnando poi lo spagnolo. Nasceranno due figlie in Perù poi naturalizzate in Italia.
Nel tempo Ana ritrova un suo spazio nel mondo della recitazione ma soprattutto nel cinema italiano, lavorando accanto a importanti attori e registi, come Riccardo Scamarcio nel film Cosimo e Nicol e Italia Movies Una pellicola cui ha apprezzato molto è “Il Morso del Ramarro” di Ludovica Marini, cui c’è molta attenzione verso il ruolo dell’emigrante, della donna, della badante.
Il futuro di Ana oggi è riprendere teatro, volontariato e prestarsi molto alle nuovi migranti dar loro supporto, sostegno per una miglior integrazione possibile.